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Manifesto

Il mondo sta scoppiando. Consumismo, overtourism, crisi climatica, green-pink-rainbow-quellecoselì washing. È tutta colpa della pubblicità e della comunicazione che spesso fanno apparire belli i disgraziati. Ed è colpa dei copywriter in partita iva e dei grafici che aspettano di essere pagati dal ‘79 e degli sviluppatori che non vedono la luce del sole dalla laurea magistrale con lode.

Mangiamo, vestiamo, scopiamo pubblicità. Eppure pochi di noi la sanno leggere. È la forma d’arte più sottovalutata di sempre: prende ispirazione da tutta la cultura del tempo e dall’esperienza del mondo ma è fatta solo per farci spendere, mica pensare. Ah sì?

Pubblicità e comunicazione sono gli strumenti analitici, culturali e artistici che ci dicono non come saremo domani o tra vent’anni ma in questo esatto momento. Quello che amiamo, di cui abbiamo paura, quello di cui abbiamo bisogno oggi. È come guardarsi allo specchio. E tu, sì tu che stai leggendo, che tu sia uno scrittore, un content creator, un imprenditore o uno studente: se ti mettessimo davanti una campagna pubblicitaria sapresti dire quale leva stanno usando per dirti: comprami, io sono in vendita?

SPOT non dà risposte, fa solo domande per una discussione. Non sentiamo l’ansia della pubblicazione – ché abbiamo già il fiato della morte dietro di noi. Usciremo, scriveremo, disegneremo solo quando avremo qualcosa da dire. Quindi non sappiamo quando.

Cerchiamo idee che ci facciano dire ok, su questo si può lavorare. Se hai quelle idee, segnalacele. Vedremo che si può fare.